Esteri
A livello di immagine il risultato delle operazioni militari e' stato catastrofico per Gerusalemme
Gaza: il bilancio della guerra devastante per Israele
A livello politico lo stato ebraico non ha ottenuto niente, odio da parte di una generazione di palestinesi e l'astio di milioni di persone nel Mondo
Gerusalemme - Dopo aver annunciato il cessate il fuoco unilaterale nella Striscia di Gaza, un sorridente Ehud Olmert ha spiegato ai giornalisti ‘’che l’operazione ‘Piombo Fuso’ ha raggiunto tutti gli obiettivi prefissati’’. Ma Olmert, invece di mostrarsi tanto soddisfatto dell’operato di Zahal, dovrebbe prestare ascolto alle parole di Yuval Diskin, capo dello Shin Beth, i servizi di sicurezza interna, secondo il quale ‘’tra qualche mese Hamas ricostruira’ tutti i tunnel e ricomincera’ a fare contrabbando di armi’’. Il ‘Likud’, partito di destra avversario di Kadima alle prossime elezioni, ha colto l’occasione per rigirare il coltello nella piaga: ‘’nessuno degli obiettivi e’ stato raggiunto’’, ha dichiarato Silvan Shalom, il numero due dell’Organizzazione, che si e’ subito dichiarata contraria a un’interruzione delle operazioni militari.
Il governo e’ stato criticato anche per non essere riuscito a liberare il caporale Gilad Shalit, rapito proprio nella Striscia nel 2006. Nahum Barnea, famoso editorialista di Yediot Ahronot ha scritto che ‘ il consenso nazionale che ha prevalso in Israele per 22 giorni e’ morto la sera del cessate il fuoco’’. Ma allora, oltre ad aver prodotto la morte di oltre 1300 palestinesi, qual’e’ il bilancio dell’operazione ‘Piombo Fuso’? E’ fuori di dubbio che, da un punto di vista di immagine per Israele sia stata una vera e propria catastrofe.
Centinaia di migliaia di persone in tutto il Mondo hanno manifestato contro la politica di Gerusalemme. Il Venezuela, la Bolivia e la Mauritania hanno interrotto le relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico. Il Qatar ha imposto la chiusura dell’ufficio commerciale di Israele a Doha. Bachar el Assad, presidente siriano, ha affermato che il piano di pace adottato da 22 nazioni arabe, su proposta dell’Arabia Saudita, nel marzo del 2002, e’ ormai lettera morta. La Turchia, il cui primo ministro ha rilasciato dichiarazioni molto critiche nei confronti di Gerusalemme, ha dichiarato che non agira’ piu’ da mediatrice tra Israele e altri paesi musulmani. La guerra di Gaza ha inoltre notevolemente indebolito Mahmud Abbas, presidente dellì’autorita’ palestinese e non ha permesso di eliminare i suoi dirigenti, ne’ tantomeno, infatti sarebbero rimasti a terra solo 5-600 miliziani su 15-20 mila combattenti.
Hamas rimane saldo sulle posizoni, e nella Striscia di Gaza rappresenta tuttora l’interlocutore di riferimento. Il tentativo israeliano di addossare ad Hamas la colpa del conflitto, delle difficolta’ economiche e, soprattutto delle vittime civili, si e’ rivelato assolutamente inutile. Se ne faccia una ragione Ehud Olmert, secondo il quale la forza di Hamas sarebbe stata spezzata. Queste tre settimane di guerra, rischiano invece di aumentare il prestigio del movimento palestinese agli occhi di numerosi palestinesi. Olmert si e’ anche detto ‘’fiero di aver ribadito quale sia il potere dissuasivo delle nostre truppe’’, affermazioni a cui ha risposto il ministro degli affari esteri egiziano Ahmad Abul Gheit, che ha denunciato ‘’l’intransigenza di Israele, un paese ebbro di potenza e violenza’’.
Olmert, che oltre ad essersi macchiato del sangue delle vittime di Gaza e’ stato recentemente infangato da numerosi scandali politici, ha affermato entusiasticamente che Israele avrebbe ‘’ dimostrato grande sensibilita’ nel suo sforzo di evitare, nei limiti del possibile, il coinvolgimento di civili non connessi con il terrorismo’’. Ma l’utilizzo di armi pesanti, carri e blindati, nell’area piu’ sovrappopolata della Terra, i cui risultati sono sotto gli occhi dell’opinione pubblica mondiale, ha tragicamente contraddetto la sua affermazione.
‘’Israele, che voleva essere una luce tra le nazioni, e’ oggi fiera di annunciare di aver adottato la scala di valori di Vladimir Putin. Se questa una vittoria – ha scritto il giornalista Ofer Shelah sul quotidiano Maariv – disonore ai vincitori’’.
Massimo Alberico
20/1/2009
AZIONE SALVA BLOG
Post integrale prelevato dal blog http://ammazzablog.wordpress.com/ per aiutarvi a partecipare, se lo ritenete opportuno,
alla campagna salva blog
In azione! Invio mail alle Commissioni Parlamentari I, II , V, VI - 18 Novembre
AZIONE DEL 18 NOVEMBRE 2008
E’ arrivato il momento! Partecipa con noi all’invio collettivo di mail alle Commissioni Parlamentari I, II , V, VI dalle quali attendiamo il parere (auspichiamo negativo) sulla proposta di legge 1269 di Ricardo Franco Levi.
Di seguito trovi il link con tutti gli indirizzi eMail dei Presidenti, Vicepresidenti e Segretari delle Commissioni.
LINK CON INDIRIZZI EMAIL IMPOSTATI IN AUTOMATICO (21 indirizzi email) POI COPIA NELLA MAIL IL TESTO DELLA LETTERA CHE TROVI SOTTO
in automatico si aprirà il programma di posta con tutti gli indirizzi già inseriti, poi copia il testo della lettera riportata sotto, basterà un solo invio!
Se non dovesse funzionare il link in alto ecco la lista degli indirizzi eMail
I Commissione Affari Costituzionali
bruno_d@camera.it
santelli_j@camera.it
zaccaria_r@camera.it
lomoro_d@camera.it
sbai_s@camera.it
II Commissione Giustizia
bongiorno_g@camera.it
lussana_c@camera.it
palomba_f@camera.it
dippolito_i@camera.it
mantini_p@camera.it
V Commissione Bilancio
giorgetti_g@camera.it
giudice_g@camera.it
tabacci_b@camera.it
corsaro_m@camera.it
misiani_a@camera.it
VI Commissione Finanze
conte_g@camera.it
dantoni_s@camera.it
ventucci_c@camera.it
fogliardi_g@camera.it
soglia_g@camera.it
Segue il modello della lettera da inviare, che ovviamente puoi modificare a tuo piacimento. Il soggetto dell’email sceglilo tu! (senza volgarità ed offese)
Ricorda di firmarti in fondo alla lettera e di inserire anche il link al tuo blog o sito (se ne hai uno, altrimenti cancella la voce relativa)
Onorevoli Presidente
e Vice Presidente della Commissione,
sono un cittadino italiano preoccupato per il Progetto di legge n.1269 d’iniziativa del deputato Levi [1] denominato “Nuova disciplina del settore dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione di un testo unico delle disposizioni legislative in materia di editoria”, attualmente assegnato alla Commissione Cultura [2], per il quale è stato chiesto il parere della Vostra Commissione; sono membro di un gruppo [3] che al momento della stesura di questa lettera conta circa 20.000 iscritti e partecipa attivamente alla raccolta firme per due petizioni[4][5] di iniziativa popolare che insieme hanno superato le 15.000 firme.
Come esperti giuristi[6] e autorevoli giornalisti[7] hanno evidenziato nei loro scritti, il progetto di legge in questa prima stesura è quanto meno ambiguo e poco chiaro, quando non proprio potenzialmente pericoloso per le possibili interpretazioni a cui potrebbe essere soggetto.
Già dall’art.2 che definisce il “prodotto editoriale”, si legge:
1.Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.
Qualsiasi blog può facilmente rientrare in questa definizione.
Ad aggravare ulteriormente questa definizione subentra il successivo art.6 “Esercizio dell’attività editoriale”, che così recita:
1. Ai fini della presente legge, per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e alla distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L’esercizio dell’attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative.
Cosa si intende esattamente con “raccolta pubblicitaria”? un banner inserito in un blog, o gli annunci di google, rientrano in questa definizione? se si, gran parte dei blog esistenti svolgono “realizzazione e distribuzione di prodotto editoriale con relativa raccolta pubblicitaria; tutti gli altri blog sono comunque compresi perchè, come recita la seconda parte dell’articolo 6, per esercizio dell’attività editoriale può essere inteso anche quello svolto “in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative”.
L’articolo 8 poi è il più controverso:
(Attività editoriale sulla rete internet).
1. L’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.
2. Per le attività editoriali svolte sulla rete internet dai soggetti pubblici si considera responsabile colui che ha il compito di autorizzare la pubblicazione delle informazioni.
3. Sono esclusi dall’obbligo dell’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un’organizzazione imprenditoriale del lavoro.
La questione è quantomai complessa e ci avvaliamo dell’approfondimento di Luca Spinelli(*):
chiunque correda le proprie pubblicazioni con banner, promozioni, o anche annunci di Google AdSense, sia secondo il Codice Civile[8] sia secondo la comune interpretazione dell’Agenzia delle Entrate[9], fa attività di impresa. [...]
Il ragionamento è semplice. L’apposizione di banner è un’attività pubblicitaria continuativa che genera introiti; una prestazione continuativa è un’attività di impresa; chi fa impresa grazie alle proprie pubblicazioni deve registrarsi al ROC; chi è registrato al ROC può incorrere nei reati di stampa. Chi invece è in questa situazione e non si registra al ROC, può essere denunciato per stampa clandestina[10] (ricordiamo un caso recente[11]).
Per quanto in nostra conoscenza, manca ancora un pronunciamento strettamente ufficiale dell’Agenzia delle Entrate (interpello[12]) se l’uso di qualche banner rientri nelle attività dell’impresa (ma l’orientamento è piuttosto chiaro: banner = attività lucrosa continuativa; attività lucrosa continuativa = impresa).
Per questa ragione, se il progetto di Legge venisse approvato come è ora proposto, saremmo nel migliore dei casi di fronte ad una legge passibile di più interpretazioni e quindi potenzialmente molto pericolosa.
La cosa ancor più preoccupante è che in un progetto di legge riguardante l’editoria in senso lato composto da 33 articoli, soltanto uno, l’art.8, riguarda direttamente la Rete Internet, ed un altro, l’art.2, la include indirettamente come uno tra i diversi mezzi di diffusione del “prodotto editoriale”; questo dovrebbe rendere oltremodo evidente che tale disegno di legge è del tutto inadeguato ed assolutamente non rispondente alle logiche della comunicazione e dell’informazione nell’era della nuove tecnologie.
Ho voluto dunque rivolgermi a Lei con questa lettera aperta certo che saprà cogliere le istanze dei cittadini della Rete e della società civile tutta e comunicare alla Commissione Cultura l’inappropriatezza del Progetto di legge n. 1269, chiedendone il ritiro immediato.
Con ogni osservanza,
[firma]
[url del blog personale]
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